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La scoperta dell'alba: Intervista esclusiva alla regista Susanna Nicchiarelli

07/01/2013 | Interviste |
La scoperta dell'alba: Intervista esclusiva alla regista Susanna Nicchiarelli

In occasione della presentazione in anteprima del film La scoperta dell’alba, già presentato all’ultimo Festival del Film di Roma nella sezione “Prospettive Italia” e in uscita al cinema il 10 gennaio, abbiamo incontrato la regista Susanna Nicchiarelli alla quale abbiamo rivolto alcune domande su questa sua seconda prova dietro la macchina da presa (dopo Cosmonauta) in cui si è anche ritagliata il ruolo della sorella della protagonista Margherita Buy.
Il film, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Walter Veltroni, si muove su un doppio binario temporale, il presente e i primi anni ’80, per l’esattezza il 1981. A risalire dopo trent’anni il filo della memoria è Caterina, figlia di un docente universitario misteriosamente scomparso nel 1981 pochi giorni dopo essere stato testimone diretto dell’uccisione di un suo collega da parte delle Brigate Rosse. Per anni si era creduto che anche il padre di Caterina fosse stato rapito dalle B.R.
Ma un giorno Caterina, che si trova a raccogliere le ultime cose dalla vecchia casa al mare di famiglia ora in vendita, trova un vecchio telefono grigio di bachelite e quasi per scherzo prova a comporre il numero della sua casa di Roma dove viveva nel 1981 coi genitori e la sorella. A sorpresa c’è linea, il telefono squilla e le risponde una bambina: si tratta di lei stessa a dodici anni, in quei giorni dell’81 immediatamente precedenti la scomparsa del padre. Questo filo diretto col passato diventa l’occasione per indagare sulla misteriosa sparizione del padre con l’illusione di poter determinare un cambiamento negli eventi.

Come prima domanda partirei dall’idea centrale del film, l’elemento fantasy della “telefonata col passato”, il corto circuito temporale che è il punto di forza del film, hai saputo subito come renderlo cinematograficamente? Tu hai anche parlato di un riferimento ad un episodio della serie “Ai confini della realtà” in cui un giovane Bruce Willis telefonava a sé stesso.

Susanna Nicchiarelli: Io ho cercato il più possibile di creare un’ambientazione realistica come si fa in questi film, in quelli che funzionano di più, in modo che il pubblico si identifichi con i personaggi, in modo che riconosca i posti, riconosca i luoghi, le abitudini e poi far succedere questa cosa surreale e fantastica e farla succedere quasi come se fosse normale, come se queste cose potessero succedere veramente. Ecco, io credo molto in questo modo di affrontare l’elemento fantastico. Poi tutto il resto si affida alla recitazione, al modo in cui ho costruito i dialoghi tra Margherita Buy grande e Margherita Buy bambina. Ho fatto in  modo che queste due litigassero, parlassero, che fossero dialoghi più spontanei possibile, ho cercato il più possibile di dargli una veste realistica. E poi ho lavorato moltissimo soprattutto sull’aspetto evocativo dei ricordi, tutte le scene che sono ambientate nel 1981, che è il momento in cui arriva la telefonata di Margherita ma anche i suoi ricordi, sono costruite il più possibile con l’idea di mettere degli elementi della memoria, lavorare sui dettagli, sui costumi, sulle musiche, in modo che per chi vede il film e non soltanto per i personaggi quello sia un momento forte di ricordo e di emozione che è legato al tema del film che è il passato, il rapporto con il passato.

A proposito del passato, nel film si torna indietro al 1981, quanto hai messo dei tuoi ricordi personali, del tuo vissuto? Quanto ti sei divertita a inserire i tuoi ricordi, ad esempio i primi video musicali in TV? In particolare la scelta del brano “Video Killed the Radio Star” dei Buggles per una delle scene più significative ed evocative del film è stata una tua scelta anche “affettiva”? .

Susanna Nicchiarelli: Ovviamente mi sono divertita tantissimo perché sono ricordi anche miei, mentre invece col mio film precedente Cosmonauta avevo lavorato su ricordi di altri, avevo fatto interviste e ricerche ma il film è ambientato nel 1963 che sono anni che io no ho vissuto, mentre invece in questo caso, ambientando le vicende nel 1981, ho lavorato anche su miei ricordi e quindi è stata anche una cosa molta emozionante. La scelta di “Video Killed the Radio Star” è perché è un mio ricordo preciso, ossia quello fu il primo video trasmesso dalla televisione italiana e mi ricordo l’emozione, come lo guardavamo, con quali occhi, quando ancora il video era un oggetto strano che non si sapeva bene cosa fosse, ecco, per questo c’è quella canzone. Per non parlare del fatto che quella è una canzone che parla di uno dei temi del film, che è il tema del futuro che uccide il passato, è la star della radio che improvvisamente, nel momento in cui arriva il video, ha finito la sua carriera e in qualche modo era anche un tema che mi interessava da questo punto di vista.

Uno dei cambiamenti sostanziali rispetto al libro di Veltroni è che invece di un solo protagonista maschile qui abbiamo una protagonista femminile. Il motivo di questa scelta?

Susanna Nicchiarelli: Soprattutto io ho cercato di rendere “mio” il libro, io appartengo a una generazione diversa da quella di Veltroni, sono una persona diversa e nel momento in cui ho preso in mano questa storia che secondo me aveva delle grandissime potenzialità cinematografiche, ho sentito il bisogno di cambiarla per renderla mia, mi piaceva l’idea che fosse una donna a cui succedeva questa cosa incredibile perché alle donne non succedono mai queste cose incredibili. Mi piaceva che fosse una bambina che voleva salvare il padre perché potevo lavorare sul rapporto padre-figlia e sul modo in cui il rapporto padre-figlia influenza il rapporto con gli uomini, erano tutti elementi che a me servivano per rappresentare anche altre cose che avevo voglia di raccontare e rispetto alle quali sentivo un’urgenza personale perché poi è quello che secondo me dà forza a un film da un punto di vista registico, perché hai un’urgenza, hai qualcosa che ti lega, hai un interesse nel raccontare determinate cose.
   
Ci puoi dire uno o più film che secondo te sono da “Voto10” nella storia del cinema?

Susanna Nicchiarelli: Per me uno dei film migliori che siano mai stati fatti è sicuramente E.T.  E’ un film meraviglioso per tutti i temi che tratta e affronta e da tutti i punti di vista è un film perfetto. Così come per esempio venendo a cose più recenti, un altro film che ho amato molto e che ho appena rivisto è Toy Story 3 che secondo me è un film da “10”, un film davvero perfetto.

Elena Bartoni

 


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